Gianluca Ginoble a Montesilvano (foto Di Vincenzo) from ArteAbruzzo

Maria Pia translates excerpts of “FROM ROSETO TO THE MADISON SQUARE GARDEN” by Paolo Di Vincenzo. She says Gianluca Ginoble speaks of himself in his responses to the “interesting and clever … questions put to Gianluca by this good journalist,”   Maria Pia: “the first 2 or 3 interview questions, are always the same i.e. how and when did you start your career, how and when you met Piero and Ignazio, do you realize how lucky you are etc…”

Journ: In June you’re goin’ to take your school-leaving examination and also continues to study singing, English, Spanish and piano…. do you weigh all these commitments?

Gian: No absolutely! I take a book and study these things don’t weigh me down, otherwise it would be serious. This is my passion. Since when I was 8 I wanted to be a singer and I did.

Journ: Over the past 4 years you passed more time with Piero and Ignazio than with your family. Something is changing between you and the other guys?

Gian: Of course I love much more my family. It’s obvious that between us things have changed. When we started we were almost kids and now we’re adults. Sometimes we discuss but this enables us to grow. We live this situation still like a dream, but in a different way.

Journ: Have you ever thought about writing something of your own?

Gian: I’ve already written a song together with Ignazio who helped me with the piano. This song it seems very nice to us, but now is not the time.

Journ: These days Michael Bublé held 2 concerts in Italy. Do you like him?  Do you intend to follow his same road?

Gian: I was lucky enough to meet him  and do an interview with him in N.Y. Besides, I love Frank Sinatra and the crooners like Dean Martin, whose parents were from Montesilvano and from here they moved to the USA. On the other hand I’m changing’ and now have a baritone voice and that’s why I’m getting close to that kind of music.

Journ: You speak  perfect Italian, but never speak in Rosetano? (Abruzzese dialect)

Gian: Of course, for example during a radio inteview in the U.S. I could not remember an  English word and turning to Piero and Ignazio I said something in dialect. We laughed and we continued the interview. And the nice thing is that now even Piero and Ignazio, both Sicilians, speak my dialect!!!!

*From the interview published in the newspaper The City of Teramo January 31, 2014

http://www.arteabruzzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=234&Itemid=109
Credit: La Città di Teramo – Paolo di Vincenzo

From ArteAbruzzo:   Gianluca Ginoble si racconta

Ecco l’intervista pubblicata sul quotidiano La Città di Teramo il 31 gennaio 2014

Da Roseto al Madison Square Garden

Il cantante Gianluca Ginoble si racconta. A marzo sarà a New York con Laura Pausini e Biagio Antonacci

di Paolo Di Vincenzo

PESCARA _ Un ottimo cantante dalle enormi potenzialità ma già apprezzato da Barbra Streisand, Andrea Bocelli e da milioni di fan in tutto il mondo, 19 anni il prossimo 11 febbraio parla perfettamente inglese americano e spagnolo ma ogni tanto gli scappa anche qualche parolina in abruzzese. E’ un ragazzo di Montepagano di Roseto degli Abruzzi ma quando è in tour in Sudamerica trova centinaia di fan adoranti ad aspettarlo all’aeroporto o in albergo. Si chiama Gianluca Ginoble e fa gruppo fisso con altri due giovani artisti, Ignazio Boschetto e Piero Barone, entrambi siciliani. Il trio, costituito quasi per caso durante la trasmissione “Ti lascio una canzone”, condotta da Antonella Clerici su Raiuno, è stato preso sotto l’ala protettiva di Tony Renis, Michele Torpedine e Humberto Gatica. Ora si chiamano Il volo e mietono successi planetari in Europa (Francia e Germania innanzitutto) e nelle due Americhe. Gianluca Ginoble tra un tour e un concerto a New York (il 6 marzo sarà al Madison square garden con Laura Pausini e Biagio Antonacci) ha trovato il tempo di rilasciare l’intervista che segue al nostro quotidiano. Accompagnato dal papà, Ercole, si racconta al quotidiano La Città a metà strada tra Roseto e Pescara, a Montesilvano, quasi simbolicamente nella città che ha dato i natali ai genitori di Dean Martin.

Lo confessi, ogni tanto si dà dei pizzicotti per essere sicuro di non stare sognando?

«E’ successo tutto velocemente, in quattro-cinque anni la vita è cambiata. Sì, succede che ogni tanto pensi di stare sognando, per esempio quando siamo in tour e vediamo tutte quelle fan che ci aspettano negli aeroporti o fuori dagli alberghi. Lo dico spesso a mio padre: Ma ti rendi conto di quello che ci è accaduto? Credo, però, di essere rimasto una persona umile, quella di sempre, attaccata ai valori della famiglia».

Il pubblico, i fan, i giornalisti. Tutti vedono l’aspetto esaltante della vostra esperienza: il successo, il denaro, la fortuna di girare il mondo ed entrare sempre dalla porta principale. Ma quali sono le cose che non si vedono e che forse pesano pure notevolmente?

«Da fuori sembra tutto rose e fuori, però è difficile anche se… a me piace. Quando alla sera ti senti stanco morto e poi devi alzarti alle tre del mattino perché magari devi andare a prendere un aereo, ma… a me piace. Sarà perché sono giovane, ho 18 anni, forse a papà pesa un po’ di più (ridono). Pensi che in una giornata la mattina alle 7 ci siamo svegliati ed eravamo a Orlando in Florida, poi nel pomeriggio siamo andati a Charlotte e la sera a New York. Tre città degli Stati Uniti in 12 ore. O, un’altra volta, in tre giorni abbiamo fatto Los Angeles, Berlino e Miami… Non è tutto rose e fiori come può sembrare, si viene catapultati in un mondo completamente diverso. Ma nonostante le difficoltà, che pure ci sono, e gli aspetti difficili, posso solo dire che sono stato fortunato, ho avuto delle esperienze che mi hanno fatto crescere velocemente, una vita completamente diversa dagli amici che sono rimasti al paese. Ho imparato lo spagnolo, l’inglese, tutti i giorni conosco persone nuove…».

A giugno dovrà affrontare l’esame di stato, la maturità classica. Che vuol dire studiare privatamente? E inoltre continua a dover studiare per la sua attività (canto, inglese, spagnolo, ascolto della musica, pianoforte…).

«Guardi, non sento la difficoltà, riesco a fare tutto molto bene, senza problemi. Mi metto lì con un libro e studio. Per ora, grazie a Dio, niente è pesante, se fosse pesante sarebbe grave. Io faccio quello che mi piace, questa è la mia passione, da quando avevo 8 anni dicevo che volevo fare il cantante ed è andata così».

Ha incontrato personaggi importanti del mondo della musica, da Tony Renis, Humberto Gatica e Michele Torpedine a Barbra Streisand, da Eros Ramazzotti a Placido Domingo. Chi le ha dato di più, chi l’ha impressionata di più? E invece qualcuno l’ha delusa?

«Sono un grande appassionato della musica americana quindi più di tutti mi ha colpito Barbra Streisand. Domingo è uno dei più grandi, un pilastro della lirica, lo ascoltavo con mio nonno, Ernesto, quando ero piccolo. Ma Barbra Streisand mi ha sconvolto. Quando l’ho vista di persona mi sono messo a piangere, come un bambino. Adoro la musica americana, Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Sammy Davis jr. Li studio tutti e Barbra è una delle voci più belle, ha fatto la storia della tradizione statunitense. Invece, almeno finora, ancora nessuno mi ha deluso, per fortuna».

Da quattro anni vive più con Piero Barone e Ignazio Boschetto che con la sua famiglia. Sta cambiando qualcosa tra voi nel crescere? Ora siete adulti…

«Non c’è dubbio che io voglio più bene alla mia famiglia, è ovvio che le cose sono cambiate, quando abbiamo iniziato questa avventura, quattro anni fa, eravamo poco più che bambini. Certo, anche nel nostro rapporto ci sono alti e bassi, qualche volta discutiamo e forse non è sbagliato, per crescere professionalmente e umanamente, per migliorare, sempre. Viviamo ancora come un sogno questa situazione ma ora in modo un po’ diverso».

Pensate di scrivere qualcosa di vostro, oltre a interpretare ever green italiani e mondiali?

«Sì, io ho scritto una canzone, con Ignazio che mi ha aiutato con il pianoforte. A noi sembra molto bella, ma adesso non è il momento… Certo, se dovessimo riuscire a scrivere una nuova “Con te partirò” sarà diverso».

Proprio in questi giorni Michael Bublè ha tenuto un paio di concerti in Italia. Le piace? Lo segue? E, soprattutto, la sua potrebbe essere una strada interessante per lei?

«Ho avuto la fortuna di incontrarlo e di fare un’intervista insieme a lui a New York. Certo che mi piace, tra l’altro tra i primi produttori di Bublè c’era Humberto Gatica che ora produce noi. D’altronde io venero Frank Sinatra, a cui lui si ispira molto, e in generale apprezzo le voci più belle, quelle dei crooner, Dean Martin, i cui genitori partirono proprio da qui, da Montesilvano. Io sto cambiando la voce, sono un baritono, ormai, ed è anche per questo che mi sto avvicinando molto a quel genere di musica».

Parla in maniera impeccabile, ma non le scappa mai qualche parola in rosetano stretto?

«Sia io che Ignazio e Piero abbiamo dovuto imparare bene anche l’inglese e lo spagnolo. Una sera stavamo facendo un’intervista in inglese in un programma radiofonico americano. Stavo rispondendo al giornalista ma a un certo punto non mi veniva la parola che dovevo dire e me ne sono uscito: vabbone, eh, duman te le dich… Ignazio e Piero mi hanno riguardato, ci siamo fatti una risata e abbiamo proseguito. Ora però sono loro, i siciliani, che prendono lezioni di dialetto abruzzese e ormai parlano rosetano pure loro.

Translation by Bing:

PESCARA  –  an excellent singer with huge potential but already appreciated by Barbra Streisand, Andrea Bocelli and millions of fans around the world, 19 years old next February 11 speaks American English and Spanish but sometimes the escape even a few little word in Abruzzo. He’s a boy in Montepagano in Roseto degli Abruzzi but when on tour in South America find hundreds of adoring fans waiting for him at the airport or in the hotel. He’s called Gianluca Ginoble and fixed group with two other young artists, Ignazio Boschetto and Piero Barone, both Sicilians. The trio, formed almost by accident during the broadcast “Ti lascio una canzone”, hosted by Antonella Clerici on Raiuno, was taken under the protective wing of Tony Renis, Michele Torpedine and Humberto Gatica. Now they are called Il Volo and they reap planetary achievements in Europe (primarily France and Germany) and in the two Americas. Gianluca Ginoble between a tour and a concert in New York (March 6 will be at Madison Square Garden with Laura Pausini and Biagio Antonacci) has found time to release the interview to our newspaper. Accompanied by dad, Ercole, he tells the newspaper the city halfway between rose garden and Pescara, Montesilvano, almost symbolically in the city that was the birthplace of Dean Martin’s parents.

He met prominent figures of the music world, by Tony Renis, Humberto Gatica and Michele Torpedine to Barbra Streisand, from Eros Ramazzotti to Placido Domingo. Who gave more, who has impressed me the most? And instead someone disappointed you?

“I’m a big fan of American music and most of all I was impressed by Barbra Streisand. Domingo is one of the biggest, a mainstay of Opera, I listened with my grandfather, Ernest, when I was little. But Barbra Streisand got me upset. When I saw her in person I got to cry like a baby. I love American music, Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Sammy Davis jr. Study them all and Barbra is one of the most beautiful voices, made history in the American tradition. Instead, at least so far, yet none has disappointed me, thankfully…”

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